Marco Fabbroni, dal calcio al martello passando per la velocità: un ex calciatore che grazie al trofeo Deggiovanni ha scoperto di avere i “piedi buoni”. Prima l’esperienza in rappresentativa sui 60 m (8”03) a un soffio dal record sociale, poi i campionati regionali fino al 7° posto italiano, il tutto facendo tre allenamenti col pallone, uno di velocità e uno di lanci. Poi la scelta di lasciare il calcio e dedicarsi all’atletica, portando avanti sia i lanci che le distanze brevi. Vi presentiamo uno dei pilastri della formazione Allievi che ha conquistato il bronzo ai Campionati Italiani di Società.
Marco, ti aspettavi questo 3° posto come società a livello nazionale?
Non avrei mai creduto, se ce l’avessero detto prima non ci avrei scommesso un euro.
Il tuo contributo, con i risultati e i punti del martello, sono stati determinanti. Come sei arrivato a scegliere questa disciplina?
Il martello è un mondo completamente diverso dalla pista, c’è sì la parte fisica ma soprattutto il pensiero. Più mi concentro e più mi diverto.
Cosa ti piace di più della disciplina, del tuo allenatore, del tuo gruppo?
Per quanto riguarda l’allenatore, la cosa più bella è senz’altro il rapporto che si instaura. È molto diverso dal calcio… Nell’atletica è più personale, si può parlare e dialogare liberamente è un rapporto quasi di amicizia. Nel gruppo ogni momento è buono per prendersi in giro, si scherza e questo non fa pesare l’allenamento.
Domanda difficile: il/la più simpatico/a del tuo gruppo
Tra i lanciatori il pesista Giovanni Cavolini. Tra i velocisti, Anna Venieri.
L’allenamento preferito e quello più “odiato”.
L’allenamento che mi piace di meno sono senz’altro le ripetute sui 200, quando mi alleno con i velocisti. Il più bello sono i lanci con l’attrezzo.
Chi è il tuo sportivo preferito?
Alex Zanardi, per la sua forza d’animo.
Lo sport che praticheresti se non facessi atletica.
Il Rugby. È uno sport di velocità e quando giocavo a calcio mi chiamavano “il macellaio”.
Hai una canzone o una colonna sonora prima di un allenamento o una gara?
Two steps from hell, degli Heart of Courage
Un consiglio per i prossimi Allievi dell’Atletica Imola:
Non puntatevi degli obiettivi in termini di posizione. Pensate che volete fare una misura che sapete già di non riuscire a fare: questo per spronarvi a puntare all’impossibile.
Un commento sui tuoi risultati di quest’anno e uno sguardo all’anno prossimo…
Su questo aspetto sono leggermente deluso, il 58,33 di Imola è arrivato in un momento in cui in allenamento stavo con regolarità sopra i 60. L’obiettivo era il record regionale sopra i 64 m, lo ammetto.
Un obiettivo ben chiaro nel mirino, per il 2021.