Marta Morara, l’oro Under 23 dell’alto verso gli Assoluti e gli appuntamenti europei

Quinto titolo italiano per Marta Morara, capace di centrare al Palaindoor di Ancona l’oro nel salto in alto Promesse. «L’obiettivo dell’inverno era proprio quella gara- spiega Gabriele Obino, tecnico della stella dell’Atletica Lugo, -Marta ha reso al meglio, vincendo e facendo il personale.

Marta Morara – foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Non possiamo che essere estremamente contenti. Per capire quanto si è letteralmente alzata l’asticella basta pensare che nel 2020 la stessa gara era stata vinta con 1.76, mentre quest’anno sono state quattro le ragazze a superare l’1.80. Sapevo che queste misure fossero nelle corde di Marta, assieme avevamo fatto delle previsioni che poi si sono rivelate verosimili: pensavamo che potessero essere addirittura tre le ragazze a rimanere in gioco fino all’1.85, ma personalmente ero convinto che Marta fosse l’unica in grado di superarlo e così è stato». Le premesse, a dispetto del risultato finale, non sembravano particolarmente positive. «La gara è stata molto bella ma altrettanto difficile. Marta non è partita bene perché non si sentiva al meglio e accusava addirittura una diffusa debolezza: strano a dirsi visto che parliamo di un animale da gara capace, durante la competizione, di tirare fuori anche quello che non ha. Man mano che tutto ha cominciato a funzionare, fortunatamente, è venuto fuori l’animale che è in lei ed è andata sempre meglio, fino alla vittoria con tanto di personale». Intanto è già tempo di Campionati Italiani assoluti indoor, che andranno in scena – ancora una volta ad Ancona – questo weekend. «Avremmo anche potuto puntare tutto sui Campionati Italiani di categoria, siamo già soddisfatti, ma affronteremo anche gli assoluti. Questa gara potrebbe rappresentare un’ulteriore ciliegina sulla torta, ma sono serenissimo: ne ho parlato proprio in questi giorni con Marta. Si tratta di un appuntamento programmato da tempo e voglio la solita grinta, può venir fuori un bel risultato ma francamente sarò tranquillissimo qualunque sia l’esito, vada come vada. Sulla carta, con Alessia Trost e Elena Vallortigara assolutamente irraggiungibili, Marta può essere la terza del lotto, anche se non va certo sottovalutata una concorrenza di altissimo livello; basta pensare alla presenza delle due atlete delle Fiamme Oro Desirée Rossit ed Erika Furlani, con quest’ultima in grado di saltare 1.94 meno di un anno fa. Ad ogni modo, allo stato attuale, Marta secondo me può essere in grado di tenere a bada le rivali per il bronzo, ma non è questo che mi interessa. Cercheremo di tirare fuori il meglio ma prestando grande attenzione agli acciacchi, perché gli Italiani di categoria hanno lasciato un piccolo postumo: Marta si è leggermente incassata il piede di stacco e personalmente ho addirittura pensato che forse sarebbe stato opportuno non gareggiare agli assoluti, ma le recenti prove che abbiamo fatto sono incoraggianti. Ora come ora c’è solo un po’ di fastidio, nulla di più, e anche il fisioterapista è concorde sulla possibilità di continuare a lavorare: saremo in pedana anche questo weekend, ma se nel corso della gara dovesse esserci qualche problema per me non sarebbe un dramma optare per il ritiro. Dopo questo appuntamento ci sarà una decina di giorni di riposo assoluto, per poi ripartire in vista degli obiettivi estivi, che sono molto ambiziosi». Il calendario outdoor, infatti, è più che mai ricco di appuntamenti di grandissima importanza: «A giugno ci saranno i Campionati del Mediterraneo under 23 in Spagna, ma il non plus ultra saranno gli Europei under 23 di Bergen, in Norvegia, per i quali Marta ha già il minimo. Qui parteciperanno alcune ragazze capaci di superare i 2 metri, siamo consapevoli di quanto il livello sia alto. Marta ha già fatto l’esperienza degli Europei da allieva, saltando quelli juniores solo per problemi fisici: questi sono gli ultimi Europei di categoria che potremo affrontare, perché poi si passerà agli assoluti. Per partecipare ai Campionati Europei assoluti bisognerebbe rientrare nel top della crema, ma mai dire mai: siamo andati avanti a piccoli passi e Marta è stata brava a stringere i denti quando doveva, e un po’ alla volta si sta riprendendo quello che aveva perso per colpa della sfortuna. Se non fosse stata ferma un anno e mezzo avrebbe potuto migliorare ben di più di 8 centimetri rispetto all’1.78 centrato da allieva. Sono sincero, qualche anno fa ero sicurissimo che avremmo potuto superare l’1.80, ma non pensavo che potessimo ambire con questa facilità alla decina successiva: sono felice che le mie atlete siano capaci di smentirmi».

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