Grande protagonista del primo posto in Italia dell’Atletica Sacmi Avis nel Decathlon Michele Brini, ecco le sue parole.
Michele, come ti senti ad essere parte integrante della miglior società italiana di Decathlon?
«E’ una bella soddisfazione aver raggiunto questo traguardo, anche se non genera ritorni economici o di notorietà. In Italia, infatti, le Prove Multiple sono un po’ denigrate e poco sostenute, ma per noi che le facciamo è sicuramente gratificante. E poi è fondamentale anche per una società relativamente piccola come l’Atletica Sacmi Avis essere la migliore della Penisola. Se vogliamo essere sinceri, però, siamo stati anche un po’ fortunati, perché si sono registrate diverse defezioni da parte di società importanti con in squadra atleti più forti di noi».
Quante ore ti alleni per raggiungere questi livelli?
«Tante, circa 3 ore per sei giorni alla settimana. Con me, a Milano, si allena anche Alessio Comel, mentre mio fratello Alberto vive in Olanda. Direi, però, che l’impegno che ci mettiamo è lo stesso».
Che rapporto hai con tuo fratello e con Comel?
«Ovviamente condividiamo tanto, sia nello sport che fuori. Ogni tanto mi raggiunge a Milano, si allena con il mio gruppo di allenamento e siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Con Alessio, invece, siamo molto amici, anche perché ci vediamo praticamente tutti i giorni».
Obiettivi personali e di squadra per il 2020 ormai alle porte?
«Come Atletica Sacmi Avis, riguardo alle Prove Multiple, ci sono solo i campionati di società. In campo individuale, invece, il prossimo anno il mio calendario sarà un po’ strano, perché mi dovrò laureare. Questo non vuol dire che non mi allenerò, ma non so ancora quali gare riuscirò a fare. In più, essendoci le Olimpiadi, potrebbero coincidere le date degli esami con quelli di certi eventi importanti. Non potrò nemmeno disputare una competizione continentale, visto che è stata eliminata la Coppa Europa»
Delle dieci gare della tua disciplina, quali ti piacciono di più?
«Nessuna in particolare, ma se devo scegliere dico 110 ostacoli, lancio del giavellotto e salto con l’asta»
E di meno?
«Quelle dove sono più scarso, come lancio del peso e lancio del disco. Anche i 1.500 metri, però, non scherzano visto che si soffre molto in gara, ma sono costretto a farla perché è uno dei miei punti di forza».