Vittorio Ragazzini, martellista al primo anno di categoria del gruppo di Strazzari, ci racconta il suo contributo al bronzo italiano. “Non è solo una questione di forza fisica ma soprattutto di allenamento tecnico. Concentrazione in ogni allenamento, in ogni dettaglio”.
Ciao Vittorio! Per cominciare, ti chiediamo subito un commento su questo 3° posto ai Campionati Italiani di società.
Non me l’aspettavo nemmeno io, come molti altri dei miei compagni di squadra. Dopo la decima posizione di Rieti ero già soddisfatto,, come risultato non era male. Mi ha stupito il lavoro dei mezzofondisti a Modena, che ci ha permesso di arrivare al podio.
E i tuoi risultati di quest’anno, te li aspettavi?
Sono stato sorpreso anche dei miei risultati, anche se comunque l’obiettivo era migliorarsi. I cambiamenti in itinere, vale a dire le restrizioni e le chiusure causate dall’epidemia, non ci hanno reso le cose facili.
Cosa ti ha portato a scegliere proprio il lancio del martello?
Dopo aver provato tutte le diverse discipline, inizialmente in realtà mi ero concentrato più sul disco, poi però a gennaio mi ero un po’ stancato e ho virato sul martello, che mi ha conquistato.
Essendo al primo anno di categoria, nella prossima stagione lancerò nuovamente con attrezzi dello stesso peso e questo sicuramente può essere un vantaggio e uno stimolo a migliorarsi. Anche se non escludo di provare anche altre specialità.
Cosa ti piace di più della disciplina?
Quel che mi affascina dei lanci sono gli aspetti più tecnici su cui lavorare. Non è solo una questione di forza fisica ma soprattutto di allenamento tecnico: non otterrai risultati soddisfacenti se non ti alleni, e con costanza. Ci vuole concentrazione in ogni allenamento, in ogni dettaglio. Nei lanci devi riprodurre la stessa cosa migliaia e migliaia di volte in allenamento per renderla automatica. Mi rendo conto che in gara a contare è soprattutto quel che ho automatizzato.
E il punto di forza del tuo allenatore e del tuo gruppo?
Il nostro allenatore, Maurizio Strazzari, ci ascolta molto: ci chiede spesso come stiamo andando e cosa ci sentiamo di fare. Questa attenzione aiuta a formare un gruppo omogeneo.
Allenarsi insieme è importantissimo, a parlare e scherzare si alleggerisce la fatica, siamo tutti molto uniti.
Il tuo allenamento preferito e quello più odiato.
I miei preferiti sono gli allenamenti in cui lanciamo di più, la mia antipatia invece va agli “ostacolini”.
Il/la più simpatico/a del tuo gruppo
Faglia (Andrea Fagliarone, ndr), il mentore del gruppo.
Sportivo preferito (atleta e non)?
Il mio idolo è il campione del mondo del martello, Pawel Fajdek, ma anche Giorgio Olivieri non scherza.
Sport che praticheresti se non facessi atletica?
Mi piacerebbe il Football americano. Oppure tornerei al judo, che ho praticato in passato, oltre al tennis.
La tua gara migliore e la peggiore.
Le due migliori sono stati i due Campionati italiani, in entrambe le occasioni dopo due nulli ho centrato il personale. La peggiore esperienza invece è stata andare a Boissano, in cerca del minimo che però in quella occasione non è arrivato.
Prossimo obiettivo?
Speriamo nei lanci outdoor. Lì vorrei provare con il peso, che in quell’occasione sarà quello della categoria superiore, da 6 kg, e puntare ai 50 metri.
Hai una canzone preferita o un rituale pre-gara?
Ascolto musica rap americana e cerco sempre di vestirmi uguale, nel modo più comodo possibile ovviamente!
Un consiglio che vuoi dare ai prossimi Allievi Sacmi Avis, attuali cadetti
Non legatevi al dito i risultati degli anni precedenti, anche se non vi sono piaciuti. Passando Allievi voltate pagina e sappiate che è importante essere costanti negli allenamenti. A me è servito tantissimo, all’inizio facevo fatica, ma la costanza e la voglia di fare, in ogni singolo allenamento, aiutano a migliorare. È la ragione per cui sono riuscito a fare la mia parte in questo bronzo italiano di società.