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Il premio «Una vita per lo sport 2019» al tecnico della Sacmi Avis Vittorio Ercolani

Tempo di premiazioni importanti in casa Atletica Imola. Domani, sabato 21 settembre (ore 16.30), infatti, il nostro tecnico del mezzofondo Vittorio Ercolani riceverà a Faenza il premio «Una vita per lo sport 2019», istituito nel 1990 e consegnato a quei personaggi e dirigenti faentini che si sono distinti particolarmente per impegno e passione in ambito sportivo. La cerimonia avverrà in piazza del Popolo nell’ambito della Festa dello Sport. «Mi fa molto piacere ricevere questo riconoscimento – ha commentato l’allenatore manfredo -. E’ un premio alla carriera ma io continuo e non mi ritiro (ride, nda). Spero, comunque, di essermelo guadagnato in questi anni».

Una vita per lo sport passata prima come atleta e poi come tecnico.

«Ho gareggiato nell’atletica leggera dal 1966 fino al 1983 con le maglie di Atletica Faenza e Carabinieri (dal 1972 al 1975), poi ho iniziato ad allenare, anzi lo facevo già durante gli ultimi anni da atleta, prima con l’Atletica Faenza e con l’Atletica 85 Faenza fino al 2006. Per cinque anni mi sono dedicato solo all’attività di orienteering, ma dal 2011 ad oggi, grazie al coinvolgimento di Massimo Piani, sono tornato nell’atletica alla Sacmi Avis».

Qual è stato il momento più bello nella sua carriera da atleta?

«La prima nazionale U23 nel meeting Italia-Algeria (nel 1972 dove ha conquistato un terzo posto nei 3000 siepi, nda) e, nello stesso anno, la vittoria al Giro dei Tre Monti con la maglia dei Carabinieri».

E quello più importante da tecnico, oltre alla Stella di Bronzo (1997) e d’Argento (2013) conferite dal Coni?

«A Faenza la vittoria del campionato italiano Cadetti conquistata, nei 300, da Rossano Montuschi. A Imola, invece, ho raggiunto le maggiori soddisfazioni soprattutto da Bernardi, Conti e Mengozzi che hanno all’attivo anche diverse presenze nelle nazionali giovanili. Bernardi e Conti, infatti, hanno partecipato agli Europei Junior, con quest’ultimo che ha anche portato a casa 7 o 8 titoli italiani tra 400, 4×400 ed 800».

In quale atleta ti rivedi?

«Onestamente faccio fatica a trovarne uno simile a me. Nessuno ha i miei difetti, visto che come stile di corsa ero abbastanza emotivo. Ad essere sincero, però, mi sono divertito di più dopo che mi sono congedato dai Carabinieri e smesso di fare l’atleta professionista. Scienze motorie mi ha permesso di iniziare ad insegnare, perciò mi allenavo nei ritagli di tempo e le vittorie avevano così un sapore diverso e le apprezzavo certamente di più».