“Mi piace la sensazione di velocità che crei con il tuo corpo, sentire la velocità sulla pelle”. Ecco Alessandro Tognin, quattrocentista che ha contribuito alla staffetta degli Allievi 3^i in Italia.
Ciao Alessandro, come commenti questo 3° posto ai Campionati Italiani di Società?
Come gli altri non me l’aspettavo. Non conoscevo bene gli altri componenti della squadra, in occasione di questi Campionati ho scoperto nuovi compagni, soprattutto nel settore del mezzofondo e dei lanci, veramente forti! A Lugo conosco praticamente tutti, ma con gli imolesi ci incontriamo solo alle gare e in occasione della staffetta 4×400 ci siamo conosciuti meglio.
Per quanto riguarda i tuoi risultati di quest’anno, com’è andata?
È stato difficile dopo lo stop del lockdown, è stato strano allenarsi al di fuori del campo, senza gli altri. Purtroppo non sono riuscito a migliorarmi. Con Claudio, il mio allenatore, abbiamo deciso di continuare a lavorare per la staffetta 4×400.
La tua gara migliore e la peggiore?
La migliore è stata lo scorso anno a Modena, con quel 52”30 che è ancora il mio personale. La peggiore che ricordi invece è il mio primo 400 in assoluto, corso indoor, è stata un’esperienza traumatica perché con tutta quella fatica mi aspettavo un tempo migliore.
Cosa ti ha portato a scegliere come specialità proprio il giro della morte?
Vengo dal mezzofondo, da piccolo ero bravino ma non mi piaceva, non ci trovavo la passione. Da cadetto ho provato i 300 e così passando allievo sono arrivato ai 400.
Prossimo obiettivo?
I 400 sono l’unica gara che ho in testa. Voglio tentare il minimo ma soprattutto migliorarmi, andare oltre i miei limiti.
Cosa ti piace di più della disciplina, del tuo allenatore e del tuo gruppo?
Quelle che corro io sono distanze in cui riesci a provare una sensazione di velocità che crei con il tuo corpo, dove senti la velocità sulla pelle.
Per quanto riguarda Claudio penso che il suo punto di forza sia il fatto che è sempre molto disponibile e comprensivo, può sembrare buono ma dentro è determinato e “cattivo”, nel senso che riesce a tirare fuori il meglio dai suoi atleti.
Il bello del nostro gruppo – mi alleno con Pietro Carnevali, Davide Bernabei, Pietro Ravagli e gli altri – è che siamo uniti e giocherelloni.
Allenamento preferito e allenamento più odiato?
Mi piacciono le prove un po’ più lunghe, dai 300 ai 500, quindi variazioni e scalette, ma detesto la resistenza alla velocità, gli allenamenti di velocità pura e tecnica…
Il/la più simpatico/a del tuo gruppo?
Sono amico con tutti, ma il legame più forte è con Pietro Carnevali, ci alleniamo insieme fin da piccoli.
Sportivo preferito (atleta e non)?
Avrei detto Christian Coleman, ma vista la squalifica per doping lo escluderei. Sicuramente, guardando anche ai grandi del passato, Ayrton Senna.
Che sport praticheresti se non facessi atletica?
Difficile dirlo… forse nuoto, perché come nell’atletica mi piace il fatto che devi fare la tua parte ma hai anche una squadra.
Hai dei rituali pre-gara?
Una volta ero scaramantico, ora non più, punto a trattenere ansia e paura e a scaricarle con una playlist mista.
Un consiglio che vuoi dare ai prossimi Allievi Sacmi Avis, attuali cadetti.
Stringere i denti e andare avanti.