Categoria: Interviste

Fari puntati sui campionati italiani assoluti di Bressanone – LE VOCI DEI PROTAGONISTI

Da domani, venerdì 26, fino a domenica 28 luglio Bressanone, in provincia di Bolzano, sarà teatro dei campionati italiani assoluti di atletica leggera. In pista, quindi, i migliori atleti del panorama nazionale che si sfideranno nell’appuntamento più importante in calendario.

Al via anche alcuni tra i portacolori della Sacmi Avis che proveranno a centrare le finali di specialità e, perché no, andare a caccia di una medaglia. Tra loro, negli 800, troviamo Francesco Conti che dopo mesi passati ai box per un infortunio sembra essere davvero tornato quello di un tempo. «La finale è alla mia portata – ha commentato il mezzofondista imolese -, ma mi piacerebbe ottenere un bel piazzamento (magari bissare il terzo posto del 2016 a Rieti, nda). Barontini e Migliorati, però, sono andati forte in questa stagione».

Presente anche il discobolo Alessio Costanzi, fresco di record imolese conquistato ai Regionali in programma poche settimane fa al Romeo Galli. «L’obiettivo è superare il mio personale – ha detto il lanciatore di Spoleto – e fare una bella gara sia nelle qualificazioni che nell’eventuale finale. Mi piacerebbe entrare nei migliori 8 e, considerando anche i tricolori invernali di lanci, questa sarà la mia settima partecipazione».

Sui 400 metri saranno impegnati, invece, Alex Pagnini ed Enrico Ghilardini, mentre nel decatlhon ci saranno Alessio Comel e i fratelli Michele ed Alberto Brini. «Guardando gli accrediti la medaglia è una possibilità – ha dichiarato Michele Brini -, ma sarà un’incognita perché negli ultimi mesi ho gareggiato poco a causa di diversi problemi. Non so bene quale potrà essere la mia condizione ma siamo, comunque, tutti e tre abbastanza in forma».

Per chiudere, la staffetta 4×400 sarà composta da Francesco Conti, Alex Pagnini, Enrico Ghilardini e Mattia Rondinelli che, in extremis, ha sostituito Riccardo Gaddoni.

Cds Assoluti, il mezzofondista Francesco Conti è tornato ai suoi livelli dopo l’infortunio: «Domenica non sono il favorito, ma posso fare bene»

Mancano ormai pochi giorni alla Finale nazionale Argento che, dal 15 al 16 giugno, si terrà allo stadio Romeo Galli di Imola. In gara, negli 800, anche il nostro Francesco Conti che dopo due anni passati ai box per un infortunio, è di fatto tornato sui suoi livelli. In tal senso fa ben sperare anche la vittoria, sulla stessa distanza, ottenuta dal mezzofondista nella seconda ed ultima fase di qualificazione andate in scena sempre nell’impianto imolese ad inizio giugno.

Francesco, pensavi di tornare così alla grande?

«Beh dalle premesse con cui mi hanno operato sì. Mi aspettavo che nel lungo periodo, dopo essermi riabituato ad allenarmi molto e a gareggiare, sarei tornato sui miei livelli».

Nella tua gara della Finale Argento ti senti uno dei favoriti?

«Domenica non mi presenterò sicuramente come il favorito, però conosco gli avversari e sono convinto che me la possa giocare, soprattutto nel caso venga una gara tattica, ovvero il tipo di gare in cui rendo meglio».

Conosci alcuni dei tuoi avversari?

«Dovrebbero essere presenti sia Riccobon che Crotti. Con entrambi ho fatto diversi raduni con la nazionale e li conosco bene. Saranno certamente loro i miei principali avversari».

Alla fase regionale hai vinto negli 800. Quanto è stata importante anche per te la spinta del pubblico di casa?

«E’ stato davvero molto bello correre al Romeo Galli con il tifo sugli spalti. Immagino che in questa manifestazione, ancora più importante e sentita, l’atmosfera sarà ancora migliore».

Chi, tra i tuoi compagni, pensi possa essere la rivelazione?

«Credo che Simone Bernardi, impegnato domenica nei 5000 metri, distanza in cui è poco esperto, possa andare molto bene».

Cds Assoluti, Andrea Mazzanti e i 400 hs corsi quasi per caso: «Mi sono emozionato a rivedere il video della gara»

Nel weekend scorso, durante la seconda ed ultima fase regionale dei Cds Assoluti, grande exploit per Andrea Mazzanti che, “improvvisando” i 400 hs in una gara altrimenti scoperta per i nostri colori, ha contribuito e non poco alla qualificazione per la Finale Nazionale Argento che si terrà, sempre a Imola, dal 15 al 16 giugno.

Andrea, quanto vi hanno aiutato gli incitamenti dei tifosi sugli spalti del Galli per raggiungere l’obiettivo?

«Sicuramente il tifo dei compagni di squadra, degli amici e dei famigliari hanno sostenuto tutta l’Atletica Imola in ogni specialità fino a farla arrivare alla Finale Argento».

Sensazioni personali particolari?

«Personalmente ho ricevuto un bellissimo tifo, da parte dei ragazzi di Imola e dalle ragazze di Lugo, che mi ha motivato al tal punto da alleviare la tensione che si era creata,  fino a migliorare il punteggio nei 400hs. Rivendendo il video della mia gara mi sono addirittura emozionato a sentire tutto questo sostegno ed affetto nei miei confronti».

I 400 hs, comunque, non sono la tua specialità. Come è nata l’idea di provarci?

«Il punteggio provvisorio al termine della prima fase è risultato molto positivo, nonostante avessimo lasciato indietro alcune specialità importanti. Chiacchierando con il presidente Massimo Cavini, la prima fase di Modena, ho pensato di azzardare i 400hs, in quanto avevo già coperto le mie specialità discretamente. Quindi mi sono offerto per provare questa nuova specialità, cercando di migliorare lievemente il punteggio e prendendola anche come una sfida personale. In più volevo dare una mano alla mia società».

Come ti sei allenato in così poco tempo?

«Dalla prima fase alla seconda erano rimaste due settimane, durante le quali mi sono concentrato per far qualche prova sui 400hs per due 2 volte a settimana. Ho cominciato a prendere un po’ di confidenza con la ritmica da gara provando fino ai 200 metri e, grazie ad una tabella indicativa, cercare di capire come avvenivano i passaggi. Nell’ultimo allenamento ho provato fino al settimo ostacolo, arrivando già stremato. Non avendo mai provato la specialità cominciavo ad avere un po’ di tensione e preoccupazioni su come potesse venire la gara, ma gli amici mi hanno sempre sostenuto fino a siglare 56”31».

Li rifarai anche nella Finale Argento?

«Penso di sì, sperando di riconfermare il risultato se non addirittura migliorarlo, anche se affrontare atleti specialistici dei 400hs renderanno le cose più difficili».

Il segreto, oltre al fatto di gareggiare in casa, può essere rappresentato dal rapporto che si è creato tra tutti voi?

«La società è molto unita e, negli ultimi anni, non ho mai visto così tanto affiatamento. Abbiamo dimostrato, comunque, di valere tanto con il punteggio fatto e proprio per questo dobbiamo mettercela tutta per piazzarci positivamente in questa finale».

Cds Assoluti, il mezzofondista Riccardo Gaddoni: «Che bello il tifo del pubblico imolese, carichi per la Finale Argento»

Anche il mezzofondista Riccardo Gaddoni è stato tra i protagonisti, sabato 1 e domenica 2 giugno, nella seconda ed ultima fase regionale di qualificazione dei Cds Assoluti che si è svolta allo Stadio Romeo Galli di Imola. La sua prestazione nei 1500 (3’56”73), oltre a valere l’oro, è servita soprattutto per portare tanti punti alla causa della società che, alla fine della due giorni di gare, è risucita a staccare il pass per la Finale Nazionale Argento che si terrà, sempre a Imola, il 15 e 16 giugno.

Riccardo, quanto sei contento della tua prestazione?

«Molto.  Non ero, comunque, troppo sicuro della mossa di andare a tirare nel secondo giro, perché visto anche il caldo avevo paura di “scoppiare”. Quando ho lanciato la volata fisicamente, però, mi sentivo molto bene. Mi sono girato lo stesso per controllare la situazione e per paura che gli avversari si rifacessero sotto, ma devo dire che il tifo di casa ha aiutato molto».

Domenica, invece, ha fatto da «lepre» a Francesco Conti che poi ha vinto gli 800.

«Anche domenica mi sentivo molto bene e avevo recuperato lo sforzo. Appena partito, però, non mi sentivo al 100%, perché non ho preparato particolarmente ritmi così forti, ma continuando a correre (e passando sotto la tribuna, con mezza squadra a tifare) le sensazioni sono migliorate. Quando mi sono fermato ai 600 metri (il mio tecnico Vittorio Ercolani mi aveva detto di fermarmi, per non stancarmi troppo in vista dei Campionati Italiani di Rieti) stavo piuttosto bene, addirittura da pensare che se l’avessi finita avrei fatto il personale. Impossibile, però, tenere il passo di Conti».

A proposito, com’è il rapporto tra voi due?

«Credo che sia quasi un mito tra noi ragazzi più “giovani”.  Questo per tutti i titoli italiani, le convocazioni in nazionale e gli ottimi risultati che ha ottenuto. Purtroppo in questo momento non riusciamo ad allenarci spesso insieme perché abbiamo orari ed esigenze diverse tra università e studio, però nelle occasioni che contano siamo presenti e ci aiutiamo (domenica è stata la seconda volta che gli ho fatto da lepre, mentre lui mi ha tirato perfettamente due settimane fa, quando ho fatto il personale sui 1500). A mio parere è fondamentale avere un compagno di squadra di alto livello. E’ una grande fonte di ispirazione e motivazione, può dare molti consigli sulla gestione delle gare e degli allenamenti e sui rapporti con altri atleti e tecnici.

Com’era l’atmosfera al Galli?

«Fantastica! Purtroppo non sono riuscito a stare al campo per tutta la durata delle gare, ma c’era un tifo pazzesco che secondo me è stato il valore aggiunto per poi riuscire a ottenere la qualificazione».

Dopo i Campionati italiani Juniores e Promesse vi aspetta la Finale Argento sempre al Galli. Obiettivi?

«Personalmente dopo la prova di qualificazione ho avuto sensazioni ottime in vista delle prossime gare. Sinceramente, però, non so quali siano gli obiettivi della società. Credo però che abbiamo buone potenzialità per fare bene, aiutati anche dal fatto che giochiamo in casa, e possiamo sfruttare le nostre punte di diamante. Sarà importantissima la presenza del pubblico e spero che ci sia molta gente a tifarci. A livello individuale, invece,  conosco soltanto alcuni atleti che potrebbero gareggiare contro di me. Sono molto forti ma sono fiducioso sui miglioramenti visti quest’anno, in particolare nelle ultime settimane. Cercherò di prolungare la striscia di buoni risultati visti sia in gara che in allenamento dopo la prima fase dei Cds, che invece è stata piuttosto deludente: io e il mio allenatore siamo molto carichi e siamo certi di poter fare una buona prova».

L’ultramaratoneta Valentina Silvestri e la 100 Km del Passatore: «Sono contentissima del risultato finale»

C’era anche Valentina Silvestri, domenica scorsa, tra i 3.000 che sono scattati da piazza della Signoria di Firenze per  la 47^ edizione della 100 Km del Passatore. La nostra portacolori si è resa protagonista di un’ottima prova, arrivando a Faenza dopo 10h 16’14” e chiudendo 16° donna assoluta e 2° nella categoria F35.

Valentina, sei contenta del risultato?

«Non sono contenta…  sono super contenta. Ho iniziato a correre 4 anni fa e prima di allora non avevo mai fatto nulla che assomigliasse nemmeno lontanamente allo sport».

Questa, però, non è stata la prima volta alla 100 Km.

«Il primo “Passatore” l’ho fatto 2 anni fa, a distanza di un mese e mezzo dalla mia prima maratona nell’aprile 2017. Quando mi sono resa conto di aver ottenuto un risultato discreto (11h20′), senza un allenamento adeguato, ho capito di essere più adatta per le lunghe distanze. Per l’edizione 2018 allora mi ero preparata 6 mesi ma due settimane prima dell’evento ho subito una microfrattura alla tibia. Nonostante l’infortunio, ma  testarda ed inconsapevole della sua gravità, sono partita comunque fino ad essere costretta al ritiro intorno al 15esimo km. A febbraio 2019, dopo cinque mesi di inattività ed un intervento all’intestino, ho ricominciato ad allenarmi senza molte speranze. Visti i miei “facili” infortuni ho fatto meno km di quelli consigliati per preparare una gara così lunga (una media di un 80/90 km a settimana)  e ho integrato tutto con sessioni di  bicicletta e palestra per rafforzare i muscoli che non ho mai avuto».

Come ci si alimenta prima di una gara così massacrante?

«Mangio e bevo quello che mi va, anche perché la vita è meglio godersela».

Durante la prova hai attraversato  momenti difficili?

«Al 93° km quando mi si è scaricato il Garmin e non avevo la minima idea di quanto mancasse al traguarda. Lì la testa mi stava abbandonando, ma grazie all’incitamento dei miei migliori amici, sono arrivata a Faenza».

Il prossimo anno ti troveremo ancora al via?

«Un’ultramaratona, se non rischiassi infortuni, la correrei tutti i giorni, perché è davvero un’emozione incredibile. Per il 2020 sono del parere che bisogna puntare sempre in alto, visto che a scendere c’è sempre tempo. L’importante, però, è rispettare il proprio corpo e capirne i limiti».

Un grazie a…

«Al mio allenatore Giovanni Cavina. Un amico veterano delle ultramaratone che mi ha insegnato come si corre la 100 km del Passatore, una corsa dove è molto importante dosare tempi ed energie».